Comune di Selargius
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Metallurgia a Selargius nel IV millennio

In Sardegna si assiste ad un lieve ritardo, rispetto all’Italia settentrionale, nell’avvio della pratica metallurgica, forse a causa del ruolo dominante svolto dall’ossidiana (ancora ben evidente nella prima metà del IV millennio). Proprio il momento di massima diffusione di questo materiale, segna anche l’inizio della lavorazione del metallo.

Alla fine del IV millennio, forse a causa dell’impoverimento dei terreni coltivati, legato al loro intenso sfruttamento, si assiste ad un maggiore controllo delle risorse naturali e ad una conseguente crescita della competitività territoriale; è in questa fase dunque, che la lavorazione del rame favorirà un rinnovato impulso agli scambi sociali e “commerciali” di maggiore complessità.

La conoscenza del metallo nell’area archeologica di Su Coddu/Canelles è confermata dal ritrovamento di piccoli manufatti datati all’Eneolitico antico (Sub-Ozieri), in particolare si tratta di punte e lesine (aghi) di rame o argento e da un frammento di filo di rame. Ma è soprattutto grazie al ritrovamento nell’area di Canelles di un crogiolo fittile (in terracotta), ossia un recipiente usato per la fusione di metalli, che si attesta la pratica metallurgica.

Anche il ritrovamento di scorie di fusione di rame e argento, alcune attribuite addirittura alla fase tardo neolitica di Ozieri (la più antica), sembrerebbe evidenziare la pratica della fusione dei metalli ma dal momento che su alcune di queste non sono state effettuate delle analisi chimiche, restano dei dubbi sulla loro derivazione da una attività di fusione di metalli.

Altre scorie invece (quelle rinvenute nel lotto Badas), sono state analizzate ma le tracce di metalli in esse presenti sembrerebbero in percentuale troppo bassa per pensare ad una qualche attività di fusione; infatti non è possibile escludere che tali scorie possano essere il risultato di altre attività, quali la cottura della ceramica, per la quale potevano essere raggiunte alte temperature di fusione (seppur per un breve lasso di tempo) e dunque sufficienti a creare tali residui di scarto.

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