Sono almeno tre i santi di nome Giuliano che si contendono la dedica della chiesa omonima:
- San Giuliano di Antiochia
- San Giuliano Ospedaliere
- San Giuliano martire sardo.
Giuliano di Antiochia (o Antinoe) era un giovane uomo dedito agli studi che si era distinto tra i contemporanei per il suo sapere. Costretto dai genitori a sposarsi con Basilissa, condivise con la moglie una vita di castità e preghiera dedicandosi ad opere pie tra le quali la fondazione di due monasteri. La sua forte fede portò alla conversione, tra gli altri, della moglie e del figlio del Governatore Marciano che infuriato ne ordinò la morte, avvenuta nel 304 d.C.
Il culto del santo giunse in Sardegna nel VII secolo e probabilmente in suo onore il clero bizantino edificò a Selargius un primo edificio di cui è stata ritrovata traccia all’interno della chiesa romanica durante gli scavi archeologici avvenuti tra il 1984 e il 1986.
Il culto di san Giuliano Ospedaliere invece venne introdotto dai monaci benedettini di san Vittore di Marsiglia intorno alla fine dell’anno 1000. Giuliano era un cavaliere francese (ma secondo alcune fonti forse belga o galiziano) dedito alla caccia che, come racconta la leggenda, uccise per un fatale errore i suoi genitori così come gli era stato predetto da un cervo durante una battuta di caccia. Per espiare il suo peccato si dedicò insieme alla moglie ad opere di carità e costruì un ospedale per i bisognosi.
La storia di san Giuliano martire cagliaritano è legata alla disputa tra le diocesi di Cagliari e Sassari nata nel XVII per stabilire quale tra le due fosse la più importante in Sardegna. Per far questo si cominciò a scavare nelle necropoli intorno alle chiese più antiche delle città e molti dei resti ritrovati vennero dichiarati corpi santi a seguito dell’interpretazione dell’epigrafe funeraria B. M. come Beato Martire anzichè Bonae Memoriae (alla buona memoria) tipica delle sepolture dell’epoca.
Questo accadde anche ai resti che vennero attribuiti a san Giuliano martire cagliaritano, convertitosi, secondo la leggenda, in tarda età al cristianesimo e morto lapidato per ordine del governatore di Cagliari durante le persecuzioni dioclezianee.
Ancora oggi non si è certi a quale dei tre santi sia dedicata la chiesa ma è interessante che questa incertezza sembra aver trovato espressione in un simulacro ligneo ottocentesco, custodito in chiesa, nel quale lo scultore ha fuso in un’unica opera gli attributi iconografici dei tre santi.