Possiamo ricostruire la vita di San Lussorio attraverso le tre versioni della Passio (il resoconto del processo subito dal martire) che si basano su un testo primitivo risalente all’VIII-X secolo.
Tutte raccontano che Lussorio, giovane cagliaritano vissuto nel III secolo, divenuto apparitor (guardia del corpo) del giudice Delasio durante l’impero di Diocleziano, si era distinto per la sua ferocia nel perseguitare i cristiani. A seguito della lettura dei salmi però, Lussorio si convertì alla fede cristiana e nonostante i tentativi di Delasio di riportarlo al paganesimo egli rimase saldo nella sua decisione. Venne quindi condannato alla flagellazione e poi decapitato insieme a Cesello e Camarino (due bimbi anch’essi convertiti al cristianesimo) extra civitatem calaritanum o prope Calarim, cioè fuori (extra) ma comunque vicino (prope) alla città di Cagliari.
Secondo un’altra leggenda l’apparitor Lussorio sarebbe stato invece flagellato a Fordongianus (il Foritraianensis, Foro Traiani o Frotoiani citato nelle tre versioni della Passio) sede dei capi militari. Dato per morto e abbandonato a terra dai suoi carnefici venne guarito miracolosamente dal Signore, riprese a predicare ma venne di nuovo arrestato e infine decapitato.
Questa ipotesi sarebbe confermata da una lastra di marmo, ritrovata nella chiesa di san Lussorio a Fordongianus, nella quale si legge che in quel luogo venne sparso il sangue del santo, sebbene non si faccia alcun riferimento alla tomba.
Benchè tutti gli studiosi siano certi nell’affermare la veridicità del martirio non sono tuttavia concordi nell’indicare il luogo esatto in cui esso avvenne.