Passeggiando per le vie del centro storico di Selargius si possono ammirare ancora gli antichi portali delle dimore che caratterizzano i paesi del Campidano: le case campidanesi.
Se si ha la fortuna di trovarne una ben conservata e con l’ampio portale aperto si nota subito come la sobrietà che caratterizza l’esterno, spesso privo di decorazioni, contrasti con la ricchezza dell’interno dove il tipico porticato (sa lolla), in alcuni casi decorato da dipinti floreali, si affaccia su un’ampia corte arricchita da piante di agrumi, cespugli aromatici e fiori.
Con l’immaginazione, facciamo un piccolo salto nel passato: ecco allora donne sedute all’ombra del porticato intente a lavorare cestini o a tessere, i bimbi che giocano e gli uomini che rientrano a casa dai campi con il carro trainato dagli animali e attraverso il portale accedono alla corte.
La vita della famiglia infatti si svolgeva prevalentemente nel cortile interno e in particolare nella lolla che fungeva da raccordo tra le varie stanze che si aprivano proprio sulla corte e aveva la funzione di proteggere gli ambienti dalla calura estiva.
Le case campidanesi fondano le loro radici negli antichi sistemi costruttivi tipici del Mediterraneo e sono caratterizzate dall’utilizzo di un mattone particolare: su ládiri. I mattoni crudi, che prendono il nome dal latino later, venivano confezionati mescolando un impasto di fango e paglia che si lasciava essiccare al sole. Molto spesso erano gli stessi padroni di casa che realizzavano i mattoni e la casa veniva ampliata con il crescere della famiglia. Il ládiri è un materiale che offre diversi vantaggi: essendo un ottimo isolante acustico e termico permette alla casa di essere al tempo stesso salubre e silenziosa; uno dei pochi svantaggi invece è dato dal fatto che questi mattoni non possono reggere un grande peso per cui le case campidanesi si sviluppano generalmente su due piani (piano terra, realizzato in pietra proprio per reggere il peso e primo piano in ládiri).
All’esterno le case appaiono molto sobrie e caratterizzate solo dalla presenza delle finestre e del portale, solitamente formato da un arco a tutto sesto a volte decorato e da una porta di legno a due battenti. Una delle decorazioni più semplici è costituita dai mattoni cotti a vista e leggermente sporgenti che esaltano la forma dell’arco stesso (via Roma n° 58); in alcuni casi ricoperto dallo stesso intonaco usato per la muratura della casa, come avviene nel portale di via sant’Olimpia n° 31 e in via Roma 63. In alcuni casi la decorazione è realizzata in pietra come quella dell’arco di accesso all’ex caserma Cavalleggeri (oggi SEMÙ) in via Dante n° 2 o in via sant’Olimpia n° 19, dove lo stesso motivo si ritrova anche intorno alle finestre. Interessante per la sua forma particolare è il portale della casa in via d’Azeglio n° 6: un arco in mattoni cotti ribassato i cui pilastri sono stati tagliati per ampliare l’apertura.
Spesso si notano elementi decorativi nella chiave di volta dell’arco come quella del portale di casa Collu in via san Giuliano n° 7 che è impreziosita da modanature e dove i mattoni cotti vengono utilizzati per sottolineare gli elementi strutturali che lo compongono. Oltre alla parte superiore dell’arco che poggia su pilastri in pietra, si notano due paraste in mattoni che si elevano verso la cornice modanata nella parte superiore della muratura. La chiave di volta è decorata anche nel portale d’accesso alla chiesa di san Giuliano che si apre in via san Nicolò. Si tratta di un portale del XVII secolo, decorato con una rosetta scolpita nella chiave di volta e elementi vegetali nei capitelli dei pilastri che reggono l’arco. La decorazione prosegue anche nella parte superiore dove si trova una croce affiancata da elementi decorativi di gusto barocco.
Lo stile barocco si ritrova anche in altri portali tra cui quello in via Dante n° 33, quello in piazza Melvin Jones e quello in via canonico Putzu n° 1, nei quali il timpano mostra decorazioni che secondo il gusto dell’epoca privilegiano le linee curve. Dei primi anni del ‘900 è l’abitazione in via Dante n° 15-17. La struttura è realizzata in pietra, la facciata presenta dei balconi e sulla strada si apre non solo il portale di accesso alla corte, del quale in questo caso rimane solo l’arco, ma anche un portoncino con arco a sesto acuto incorniciato, come le finestre, da una decorazione a motivo floreale in stile liberty.
Bibliografia
Camboni Gino, Selargius. L’antica Kellarious. Ed. Pizzi, Cinisello Balsamo, 1997.
Cordeddu Efisio, Ceraxus (Selargius). Identità, memoria e progetto. Ed. Grafica del Parteolla, Dolianova, 2002, pp. 165-169 e 193.
Mossa Vico, Architettura domestica in Sardegna. Ed. Delfino, Sassari, 1985.
Tedde Francesco, Un giorno a Selargius. Assessorato alla cultura Provincia di Cagliari, 1990, pp. 7-16.
Tesi di laurea (estratto) di Isabel Rivas Arquitectura rural en el Campidano, Cerdeña (Italia) (ultimo accesso 10/06/2020) https://prezi.com/0khotqttpd7e/arquitectura-rural-en-el-campidano-cerdena-italia/